IL Sonno di schiaffinoe i pretoriani di Manfredini

Pepe e Piedone la strana coppia

Piccole manie di gente eccezionale. L'uruguaiano dormiva in ritiro o con la moglie o solo. L'argentino contava il surplus di spettatori quando in campo c'era lui.

In campionàto le cose andarono ancora meglio all'inizio: perchè Pedro Manfredini cominciò quel decennio da conquistatore, implacabile e spietato.
Adesso anche i romani cantavano: «Dolores dolores/ Ahi! Viene Manfredini/ Con los platos voladores...». Pedro, nelle prime due giornate di campionato, segnò sei reti: tre al Bari e tre all'Udinese. Cose che solo lui poteva fare. Poi segnò ancora contro il Torino, poi la Roma vinse anche con la Spal e si trovò, dopo quattro giornate, a punteggio pieno: si era aperta l'età dell'oro?
Una cosa è certa: con Orlando, Lojacono, Manfredini, Schiaffino, Selmonsson, la Roma poteva schierare una prima linea di valore mondiale. Di Selmonsson abbiamo detto, di Pepe Schiaffino sarebbe superfluo, tornare a cantare adesso le virtù. Era stato, con Ghiggia, l'artefice della famosa vittoria mondiale dell'Uruguay sul Brasile; era venuto in Italia ingaggiato dal Milan, dove aveva incontrato Nils Liedholm. Due fuoriclasse dalla personalità traboccante, paradossali per versi opposti: Liedholm amava scatenare la fantasia, Schiaffino era rigorosamente composto, e inviolabile nelle sue idee, nei suoi propositi.
A Roma, per esempio, accettò i «ritiri» solo a condizione che potesse portare la moglie. E se la signora non c'era, Pepe dormiva solo, perchè la presenza di un collega,
diceva, gli disturbava il sonno. Le contrapposizioni ideologiche, tra lui e Liedholm, furono molte e tenaci, e una volta Gipo Viani si spazientì, chiuse a chiave la porta della stanza e lanciò un ultimatum: «Vi riaprirò quando vi sarete messi d'accordo».

E Ghiggia?

Ma Gbiggia, piuttosto, che fine aveva fatto? Aveva appena lasciato la Roma, dopo otto stagioni, 20 I partite e dieci gol, pochi in verità. Alcide aveva deluso? Assolutamente no: che non fosse un cannoniere si sapeva, che fosse un prezioso ispiratore di gioco lo aveva confermato anche nella Roma. Però aveva avuto momenti difficili, dovuti soprattutto a dissapori di carattere familiare e a grosse complicazioni nelle attività che aveva intrapreso. Alcide insomma, non era un saggio amministratore di se stesso, e non sapeva neppure scegliere i consiglieri, gli amici, i collaboratori. A Roma fu amato, diven
ne molto popolare ma non certo ricco. Anzi.

I pretoriani di Manfredini

Abbiamo lasciato la Roma prima in classifica, a punteggio pieno dopo la quarta giornata del campionato 1960/61. Si avviava a vincere lo scudetto? Forse no, considerato che poi perse a Bologna e Napoli; forse sì, visto che la Roma ebbe un'altra impennata, umiliò (4-0) la Lazio allenata da Bernardini e destinata alla prima retrocessione della sua nobile storia, e poi surclassò anche il Padova, che in quei tempi andava forte. Per quanto possa sembrare incredibile, nelle due occasioni (Lazio e Padova) Manfredini segnò altri tre gol a botta. Quattro triplette in dodici giornate di campionato. Qualcuno scrisse che Pedro stava offuscando la fama dei più grandi centravanti mondiali; altri continuarono a fare i conti dei suoi gol mancati.
Così è nata la storia del più discusso giocatore che la Roma abbia mai avuto. Odioamore, e con tutti i sentimenti. La cosa buffa, in questa vicenda che ha avuto mille aspetti diversi e mille chiavi di lettura, è che anche Manfredini faceva i suoi conti: e li faceva attraverso un sistema Auditel primitivo, antenato di quello che adesso ci opprime con le sue categoriche sentenze. Manfredini aveva catalogato il totale dei biglietti venduti ad ogni partita della Roma: infIDe aveva messo a confronto le cifre e aveva scoper to che quando c'era lui in campo gli spettatori aumentavano di almeno diecimila unità. E andava in giro così, scortato dai suoi diecimila pretoriani: nel senso che lui rivendicava questo suo primato di popolarità (e di incassi) ogni volta che si sentiva ingiustamente criticato.

Tratto da La mia Roma del Corriere dello Sport

 

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